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mercoledì 16 novembre 2011

PERCHE' TUTTI CONTRO OSVALDO?

Leggo da più parti, anche su blog referenziatissimi, di una certa diffidenza nei confronti dell'Osvaldo azzurro. La causa, intuibile, risiede nella sua molto relativa italianità. Ebbene, premetto che io sono da sempre favorevolissimo a Nazionali formate interamente da giocatori nati e cresciuti, sia anagraficamente sia calcisticamente, nel Paese di cui sono chiamati a indossare la maglia. Però i tempi sono cambiati, e sono cambiati davvero: non sarebbe opportuno andare a ripescare, come termine di paragone, i precedenti d'anteguerra: altro calcio, ma soprattutto altra politica, altra mentalità, altre leggi e altri regolamenti. Però ad esempio le naturalizzazioni facili degli oriundi anni Cinquanta e Sessanta mi han sempre dato l'impressione di operazioni di convenienza, artificiose e posticce in quanto fuori dalla storia di un mondo che, all'epoca, era lontano anni luce dalla multirazzialità e dalla globalizzazione che, volenti o nolenti, sono invece caratteristiche della società attuale. 
Per tutto questo, non trovo scandaloso il ricorso a un giocatore che oltretutto, sembra che in molti se ne siano scordati, ha fatto la regolare anticamera nella nostra Under 21. E poi, quale sarebbe il criterio dirimente: la mancanza di senso di appartenenza in un giocatore nato e cresciuto, anche sportivamente, in un'altra nazione? Bene, ma vorrei chiedere: che spirito di appartenenza avevano gli azzurri, italiani a tutto tondo, che negli anni passati marcavano visita per saltare le gare della Nazionale? E quelli che nel biennio non giocavano praticamente mai (e non certo per scelta del tecnico di turno) ma si facevano trovare tirati a lucido nelle fasi finali? E quelli che dicevano di preferire un titolo con la squadra di club a uno conquistato con la rappresentativa? Allora piuttosto preferisco un Osvaldo che, ieri sera, esce dal campo arrabbiato perché non è riuscito a fare gol. 
Inoltre, si dà importanza eccessiva a un fenomeno che riguarda sì e no l’1-2 per cento della composizione delle squadre nazionali: oltretutto, per Osvaldo, come per Thiago Motta, parliamo  di elementi che al momento non possono essere inquadrati in un ipotetico undici base. I posti in attacco, all'Europeo, se li giocheranno Pazzini, Rossi (se rientrerà, ma io credo di sì) e Balotelli; Osvaldo, come Matri, parte dietro, lasciando per un attimo da parte l'incognita Cassano. E nella zona nevralgica, Prandelli insiste  su De Rossi - Pirlo - Marchisio - Montolivo: Thiago Motta è la prima alternativa, anche se non escludo affatto possa trovare parecchio spazio in Polonia e Ucraina. 
Voglio dire, fossimo ai livelli dell’Italia di calcio a 5 di qualche anno fa, formata al 99 per cento da brasiliani naturalizzati, l’indignazione non solo sarebbe giusta, ma sacrosanta; mettersi in questa situazione a fare dei distinguo mi pare come discutere del sesso degli angeli.

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