Powered By Blogger

sabato 18 febbraio 2012

SANREMO 2012, QUARTA SERATA: NON TUTTI SFRUTTANO I DUETTI

Se questo Festival numero 62 fosse una schedina del vecchio Totocalcio, il compianto Paolo Valenti avrebbe pronunciato la classica frase: "Le quote sono popolari", ossia risultati facili da pronosticare e pochi soldi da distribuire ai tanti vincitori. Così, dopo gli scontati ripescaggi del giovedì, verdetti prevedibili quando non annunciatissimi anche ieri sera: nessuno è stato in grado di frenare la corsa di Alessandro Casillo verso il trionfo fra i Giovani, troppo poderosa la spinta dell'oceanico popolo di fans che già stravede per il ragazzino di "Io canto", nonostante tra i finalisti ci fossero almeno due proposte più mature, talentuose e meritevoli. E fra i Big, hanno salutato la compagnia prima della sfida conclusiva di oggi i quattro nomi che erano da considerare gli "anelli deboli" del cast, per motivi diversi (Civello e Matia, dopo Marlene e Fornaciari). 
Sotto quest'ultimo aspetto, qualcosa di positivo c'è: la finalissima presenterà ai nastri di partenza la "griglia" migliore, e la partita si annuncia equilibrata, certo più dell'anno scorso, quando niente e nessuno pareva poter interferire nel duello fra Vecchioni e la coppia Modà - Emma, come poi accadde. Proprio Emma è, ad oggi, l'unica vera favorita, colei che distanzia un po' tutti gli altri nelle quote, ma la sua figura e la sua canzone non si stagliano nettamente sopra tutte le altre, anche se le carte in regola per sbancare l'Ariston ci sono tutte.
DUETTI NON SFRUTTATI - Intanto, "in questa notte di venerdì", come cantava proprio Morandi nel 1987 con Ruggeri e Tozzi, i Big hanno scaldato i motori  e cercato di guadagnare considerazione con l'arma dei duetti, ormai una istituzione del "sanremone". Però, c'è duetto e duetto. Ce ne eravamo già accorti giovedì, quando a eventi di assoluta eccellenza si erano affiancate due o tre performance davvero.. dimenticabili, e la conferma è arrivata a 24 ore di distanza. Questa serata era nata, nel 2005, con l'intento originario di colorare in maniera diversa i brani in concorso, di fornirne versioni alternative, ma dobbiamo constatare che col trascorrere del tempo questa spinta alla "rilettura" si è un po' annacquata. La mia interpretazione di questa involuzione è che molti cantanti si fidino ciecamente delle loro canzoni nel "format" originale e cerchino di rischiare il meno possibile, in chiave gara ed eliminazioni, apportando solo il minimo sindacale di modifiche. 
Così, molte accoppiate si esauriscono nella soddisfazione, per  lo spettatore, di vedere sul palco popolari volti della canzone oltre a quelli già in competizione, senza però che la loro presenza incida più di tanto. Presenza che, in altri casi, risulta addirittura del tutto pleonastica. E' ciò che è avvenuto con Paolo Rossi, che non è praticamente esistito a coadiuvare Bersani, al di là di qualche rotolamento sul palcoscenico, da clown di terza categoria: era davvero necessario? E nessuno si era accorto dell'inutilità dell'attore in quel contesto, per fermarlo in tempo? Per fortuna, il pezzo di Samuele è sufficientemente forte da poter... cavarsela da solo, così come brilla di luce propria "Nanì" di Dalla - Carone, anche se Gianluca Grignani ci ha messo voce e grinta ma senza lasciare più di tanto il segno. Discreto ma sostanzioso l'apporto di Gaetano Curreri a Noemi, due voci poliedriche, particolari, dolci e potenti allo stesso tempo, che si sono ben amalgamate pur senza guizzi particolari.  
D'ALESSIO DANCE: GIU' IL CAPPELLO! - Debbo invece levarmi il cappello di fronte a D'Alessio e alla compagna d'arte Bertè: ecco, loro sì che hanno compreso appieno lo spirito della serata. Hanno preso la loro "Respirare", ritmata e trascinante ma un po' datata nell'arrangiamento, e l'hanno rivoltata come un calzino, trasformandola, grazie alla consulenza "sul campo" di Fargetta, in un pezzo dance ultramoderno che ha fatto esplodere il teatro. Bravi. E bravo anche Finardi a scegliere l'accompagnamento di Peppe Servillo: due voci così ispirate e ricche di sfumature e di registri, dall'intensità di stampo cantautorale, non potevano che esaltare una canzone di forte impatto emotivo come "E tu lo chiami Dio". Lo stesso discorso può applicarsi ad Arisa, la cui solenne melodia ad ampio respiro è stata resa ancor più d'atmosfera dalla raffinatissima voce di Mauro Giovanardi e dal violino leggendario di Mauro Pagani. 
RENGA "SOTTOVOCE" - Una rilettura in minore quella de "La tua bellezza" da parte di Francesco Renga, che ha approfittato del coro Scala & Kolacny Brothers per una interpretazione meno d'impeto e più sottovoce: scelta intelligente che ha saputo fornire una visione più completa del brano e che, per quanto mi riguarda, me lo ha fatto apprezzare e capire maggiormente anche nella versione originale. Promossa anche Dolcenera con Max Gazzè, il quale, pur non incidendo in modo profondissimo sulla canzone, ne ha cantato una parte in modo del tutto convincente, l'ha fatta sua, tanto da non far sembrare astrusa l'ipotesi che "Ci vediamo a casa" potesse essere presentata in gara direttamente da questo inedito duo. Un'abbinata fin dal primo giorno avrebbe forse potuto giovare anche a Nina Zilli,  eccellente nella interpretazione a due voci con Giuliano Palma, che ha esaltato le venature soul e Rythm and blues di entrambi. 
PLATINETTE SORPRENDENTE - Sempre impeccabile (e bellissima) Alessandra Amoroso, che forse era stata più incisiva nel duetto di due anni fa con Valerio Scanu (da molti considerato decisivo per la vittoria del sardo): ma non era il caso di strafare, in quanto Emma il suo pezzo lo valorizza abilmente anche da sola. Coraggiosa e fuori dagli schemi la scelta dei Matia Bazar di farsi accompagnare sul palco da una Platinette che, per una volta, si è spogliato della sua maschera di scena, e ha dato vita a un recitato che ha reso la canzone "Sei tu" molto simile, per impostazione, a una certa "La paura di morire", splendida composizione presentata da una certa Annagloria al Festival di Sanremo 1975. Per Chiara Civello, l'idea della versione "da pianoforte", anzi doppio piano, poteva essere azzeccata, purtroppo l'artista jazz non è stata supportata con efficacia da una Francesca Michielin forse ancora acerba per il palco di Sanremo. Chiara, per avere qualche chance in più di arrivare in fondo a questa gara, avrebbe dovuto scegliere due duetti (straniero e italiano) assolutamente impeccabili e "da urlo", li ha invece sbagliati entrambi e ne è stata ingiustamente penalizzata, pur cercando di reggere la baracca da par suo: bocciato in toto Shaggy, solo "rimandata", con le attenuanti dell'età (verdissima) e delle innegabili capacità la ragazza di X Factor.  
I GIOVANI E TUTTO IL RESTO- Di Casillo si è detto, e casomai sorprende che l'orchestra, la quale aveva la possibilità di operare una scelta fondata sulla qualità, non ne abbia in qualche modo "ostacolato" il cammino: ha vinto il pezzo di facilissima presa, ma il talento vero era nel sound internazionale di Marco Guazzone e nella fresca, essenziale, innovativa e ispirata vena autoriale di Erica Mou. Per il resto, la serata ha offerto un'apertura magica, con la danza elegante e gioiosa della splendida Simona Atzori, un esempio per tutti, una forza della natura animata da una serenità interiore veramente invidiabile. Performance in crescendo per un Alessandro Siani che ha via via trascinato il pubblico dell'Ariston con una comicità semplice, in qualche modo di classica matrice napoletana, ma il cui stampo si sta perdendo ed è giusto che i pochi difensori di tale cultura vengano valorizzati. Senza guizzi l'ospitata di Sabrina Ferilli, mentre Rocco Papaleo continua, in punta di piedi, a regalare "svolazzi" della sua comunicativa teatrale e saggi di scarna e fantasiosa poetica. Sottovalutato. 

2 commenti:

  1. grande Carlo, ormai sei un appuntamento fisso! anch'io ho appena postato un articolo sul mio blog. Mi sa che stavolta un po'ci discostiamo come gusti e come impressioni, ma in linea di massima parliamo la stessa lingua, anche se tu sei proprio uno storico :-)

    Mi è piaciuto molto Renga, più misurato, la canzone sembrava più delicata, in linea col tema proposto. Emma vincitrice annunciata, c'è poco da fare. La canzone può avere delle buone frecce ma sentirla cantare da una così trendy, giovane, inesperta mi lascia perplesso. Le altre considerazioni sono su PELLEeCALAMAIO... :-) mi piace leggere le tue opinioni! ciao e buon weekend.. oggi giocano le "mie" squadre!

    RispondiElimina
  2. Grande Hellas! Grazie per i complimenti, che ricambio. Ti risondo di là. ;)

    RispondiElimina