Powered By Blogger

martedì 3 settembre 2013

LE PAGELLE DEL CALCIOMERCATO 2013/14 - PRIMA PARTE: DALL'ATALANTA ALLA LAZIO

                                         Tevez, il fuoriclasse che mancava alla Juve

ATALANTA - Sono arrivati Yepes e Migliaccio, ossia garanzia di concretezza e affidabilità (e di grande eclettismo tattico, nel caso dell'ex palermitano), e Baselli è qualcosa di più di una promessa, centrocampista in grado di dispensare geometrie e buone invenzioni, ma il vero colpo è stato la conferma dei migliori delle ultime stagioni: da Consigli a Cigarini, da Lucchini a Denis e all'ultimo arrivato Livaja. Su tutti il genietto Bonaventura, che nell'anno che conduce al Mundial avrà uno stimolo in più per far bene: rimanere nel gruppo di Prandelli e, possibilmente, varcare l'oceano... Squadra sufficientemente solida in terza linea, buon mix di qualità e quantità nella zona nevralgica, potenziale esplosivo in avanti: salvezza fuori discussione, diremmo più che altro centroclassifica con possibilità di qualche inserimento a sorpresa in zona Europa League. 
BOLOGNA - Indebolito. I vuoti lasciati dalle partenze di due colonne come Taider e Gilardino non sono stati adeguatamente riempiti: in particolare, Rolando Bianchi è un discreto fromboliere, ma neanche lontanamente paragonabile all'attaccante della Nazionale, anche se la vicinanza di Diamanti potrebbe aumentarne la produttività e l'incisività nei momenti che contano. Ecco, tutto ruota attorno ad Alino: ha il Brasile nel mirino ed è pronto a una stagione monstre, ma non potrà togliere sempre le castagne dal fuoco da solo, e in questo Bologna il rischio di predicare nel deserto è elevato. Le certezze sono Morleo, Natali, Sorensen e Konè: francamente un po' poco, se non esploderà qualcuna delle new entry di fuorivia (Cristaldo, Cech, Laxalt...). E la porta chiede un guardiano affidabile: Agliardi e Curci non lo sono mai stati, difficilmente lo diventeranno adesso. 
CAGLIARI - Calma piatta, ed è un bene. Come ci riesca non è dato sapersi, ma anche quest'anno Cellino ha trattenuto sull'isola i suoi richiestissimi gioielli. E col sempre più autoritario Astori a comandare la difesa, Nainggolan e Conti a far legna e produrre manovre plausibili nel mezzo, Sau e Ibarbo a mettere a ferro e fuoco le linee difensive avversarie, centrare una tranquilla permanenza non dovrebbe essere un problema. Con il problema stadio in via di risoluzione (si torna al Sant'Elia), l'unica incognita potrebbe essere rappresentata dalle motivazioni dei big, che magari, dopo anni a lavorare nell'ombra, avrebbero desiderato recitare su palcoscenici più remunerativi. 
CATANIA - Dura, durissima ripetere le prodezze della passata stagione. Hanno salutato la compagnia due colossi autentici come Lodi, califfo di centrocampo, e Gomez, "spariglia - carte" offensivo, mentre è saltato in extremis il trasferimento in Qatar del folletto Barrientos. I sostituti? Tachtsidis, centrale potenzialmente di gran valore ma reduce da un'annata con più chiari che scuri, e Leto, scommessa argentina. Incognite autentiche, che potrebbero sfondare ma anche trapanare l'acqua, così come un salto nel buio va considerato anche il cavallo di ritorno Maxi Lopez, sfiorito a Genova e da ricostruire psicologicamente. Plasil? Cinque - sei anni fa sarebbe stato un acquisto extralusso, oggi deve dimostrare di non aver perso lo smalto internazionale di motorino illuminato della zona nevralgica. Certo, rimangono certezze come Andujar, numero uno della rappresentativa argentina, il veterano Legrottaglie, Izco, il cervello Almiron,  il centravanti Bergessio e il citato Barrientos, ma questi ultimi gireranno sempre a mille senza i due "super" di cui si è detto sopra? La permanenza in categoria potrebbe essere più sofferta del previsto, l'Europa è stato un sogno fuggevolmente accarezzato pochi mesi fa e destinato a rimanere tale. 
CHIEVO - Anche qui, come a Cagliari, non si è praticamente mossa foglia riguardo alla composizione della rosa, però è cambiato il manico, con un Sannino ansioso di riguadagnare il terreno perduto dopo l'impasse di Palermo, della quale ha avuto peraltro poche responsabilità (con lui in panca, il rendimento dei siciliani è stato più che accettabile, il disastro si è consumato in sua assenza). Il mercato ha portato l'esterno Lazarevic, talentino di scuola Genoa da anni in rampa di lancio, e il giovanissimo attaccante Improta, anche lui in orbita rossoblù e fresco di debutto con gol nell'Under 21. Sulla carta arrivi di secondo piano, che potrebbero però ritagliarsi spazi importanti strada facendo. Per il resto si riparte dal blocco storico: Puggioni e Sardo, Dainelli e Frey, Rigoni ed Hetemaj: nulla di eccezionale, che però l'anno scorso è bastato per la salvezza, anche perché davanti Thereau e Paloschi hanno saputo mirabilmente sintetizzare la scarna produzione di gioco del complesso. Ecco, alla vena del francese e dell'ex milanista sono affidate in larga parte le chance di sopravvivenza dei clivensi. 
FIORENTINA - La squadra entra nell'orbita scudetto sulle ali di una campagna di rafforzamento sontuosa, ancorché "squilibrata", e soprattutto di un 2012/13 esaltante sul piano dei risultati e del gioco prodotto, scintillante e moderno, con Montella "mini Guardiola" nostrano. La forza è nell'attacco, che con Gomez e Rossi trova due punte di statura mondiale. A loro sostegno un centrocampo scolpito nel granito, miscela esplosiva di forza fisica e raffinatezza tecnica: Aquilani, Borja Valero, Pizarro, Ambrosini, Ilicic, roba di lusso: filtro, ordine tattico e fantasia per far decollare la manovra verso vette di assoluta qualità; in più, due esterni devastanti come Cuadrado e il ritrovato Pasqual. Campagna "squilibrata", si diceva: la difesa non pare in effetti all'altezza del resto della compagine: Gonzalo Rodriguez e Savic danno buone garanzie, ma è un po' pochino, specie pensando che dietro a loro c'è un portiere come Neto, non certo un'iradiddio. Tanto valeva tentare un recupero del buon Viviano... In conclusione: per il tricolore è ancora presto, ma è attrezzata per cominciare a respirare l'aria dei quartieri altissimi.

                                             Gomez, nuovo puntero viola
   
GENOA - L'inizio di stagione è stato oggettivamente agghiacciante, ma insisto nel mio ottimismo, perché non si può, come ha fatto la Gazzetta dello sport un paio di settimane fa, considerare "depotenziata" una compagine che ha in rosa due nazionali (Antonelli e Gilardino), uno che nel gruppo di Prandelli potrebbe starci senza scandalo (Lodi), uno che azzurro lo è stato di recente e dà ancora buona affidabilità (Gamberini), due giovani azzurrini fra i più promettenti (Perin e Bertolacci) e altri elementi di categoria che danno da sempre ampie garanzie di continuità di rendimento (Manfredini, Portanova, Matuzalem). Il ritorno di Gila e l'acquisto di Lodi sono due colpi che, li avessero messi a segno squadre di più alto rango "economico", se ne sarebbe parlato per giorni: il bomber vorrà difendere con le unghie e coi denti il posto in Nazionale, l'ex Catania è un vero e proprio uomo - squadra, un costruttore di gioco in grado di creare una quantità potenzialmente infinita di soluzioni offensive. Antonini porta esperienza e versatilità, Vrsaljiko ha fatto un precampionato eccellente, mostrando grande efficacia in copertura come negli sganciamenti. E Perin ha il carattere e la spavalderia per non risentire delle tempeste pescaresi, con in più la chioccia Bizzarri a proteggergli le spalle. Sono infine arrivati i tanto sospirati esterni alti, Stoian e Centurion, interessanti prospetti ma non certezze assolute. Liverani in panca è un azzardo, ma il materiale per migliorare ampiamente la deludente posizione dell'anno scorso c'è, eccome. A dir poco discutibile, in chiusura di mercato, la gestione del caso Gilardino (parte, non parte, vuole andare, non vuole andare: uno dei punti fermi della rosa rimasto in bilico fino all'ultimo secondo...). 
INTER - Non è da scudetto, e la campagna acquisti non è stata all'altezza di una squadra che avrebbe il dovere di cancellare le brutture dell'ultimo, orrido torneo. Gli unici arrivi di autentica sostanza sono quelli di Campagnaro e Taider, comunque gente che non porta un'impennata qualitativa autenticamente significativa. I Rolando e i Wallace, i Belfodil e gli Icardi sono classe media e nulla più, stupisce in particolare il can can mediatico attorno agli ultimi due, attaccanti normali e che devono ancora dimostrare tutto: la speranza, in tal senso, è che Milito torni in piena efficienza e che Palacio rimanga ai suoi consueti livelli, e poi che Ranocchia si riappropri delle sue misure di difensore tempista e inflessibile e che i vari Juan Jesus, Guarin e Kovacic esplodano. L'autentico fuoriclasse della compagnia è il neo trainer Mazzarri, uno in grado di trarre il 110 per cento da ogni gruppo che gli viene messo a disposizione: soprattutto in lui sono riposte le speranze di un veloce riavvicinamento ai valori di vertice del nostro calcio. 
JUVENTUS - Poco da dire: forte era, forte è ancor di più dopo questo calciomercato. Tevez è un campione autentico che dovrebbe risolvere gli imbarazzi offensivi di natura... europea della Vecchia Signora, Ogbonna e Llorente due alternative di gran lusso, in particolare l'ex torinista sgomiterà per ritagliarsi un posto al sole, essendo un altro degli azzurrabili per Brasile 2014: la vicinanza di colossi autentici del reparto come Barzagli, Bonucci e Chiellini dovrebbe favorirne una ulteriore crescita in personalità ed efficacia. Il precampionato ha portato l'esplosione definitiva del satanasso Pogba, centrocampista moderno e universale come la certezza Vidal, mentre c'è un Marchisio che deve recuperare un po' di terreno dopo una fase non felice, soprattutto sul piano della brillantezza atletica. E poi tante certezze, da Buffon e Pirlo e a Lichtsteiner, un Vucinic che accanto a Tevez dovrebbe esaltarsi e affinare la mira, Giovinco e Quagliarella pronti a cogliere scampoli micidiali. Sì, sarà difficile portarle via lo scudo. 
LAZIO - Marchetti e Candreva ripartono da una stagione mostruosa, che li ha proiettati su livelli di eccellenza assoluta. Ci sono ancora le star Hernanes e Klose, il dinamico tuttofare Lulic (l'uomo della Coppa Italia), la rivelazione Onazi, ed è arrivato il nazionale argentino Biglia, centrocampista di gran sostanza, che assieme a Ledesma va a formare una cerniera di enorme peso. Si attende il recupero del giovane e quotato Felipe Anderson, mentre sussiste qualche dubbio (confermato dal doppio cappotto di marca juventina) sulla tenuta di una difesa che, portierone a parte, si aggrappa ancora a Dias e Biava, da tempo affidabilissimi ma non eterni. In sintesi, può migliorare il piazzamento dell'ultimo anno, ma non puntare al bersaglio grosso. 

Nessun commento:

Posta un commento